La Relazione per i due anni di attività: 99 interventi in corso, la metà in fase attuativa.

Il Commissario: opere da circa 3 miliardi di euro, tredici quelle completate.

Roma, 31 agosto – Tredici interventi completati, 34 in corso di esecuzione e tre gare di lavori in svolgimento. Ma anche 23 progetti esecutivi completati e altre 26 progettazioni giunte allo stadio definitivo o in corso di redazione. Sono complessivamente 99 gli interventi che il Commissario Straordinario Unico per la Depurazione sta attuando in varie parti d’Italia, la maggior parte dislocati in Sicilia, per opere da circa 3 miliardi di euro e un carico generato di oltre sei milioni di abitanti equivalenti. Sono questi alcuni numeri che emergono dalla Relazione sulle attività commissariali trasmessa al MITE e al Dipartimento di Controllo Amministrativo della Presidenza del Consiglio per esporre i risultati di due anni di attività dal DPCM dell’11 maggio 2020 con il quale è stata nominata la nuova articolazione della Struttura Commissariale, composta dal Commissario Maurizio Giugni e dai due Subcommissari Riccardo Costanza e Stefano Vaccari.

Dei quasi cento interventi ai quali lavora la Struttura, la metà di questi sono dunque oggi in fase esecutiva: completati o in via di completamento, in corso d’opera o appena avviati. Si tratta di opere di fognatura e depurazione che riguardano 2,6 milioni di abitanti equivalenti, “con un orizzonte temporale conclusivo che, salvo alcuni interventi specifici caratterizzati da particolari difficoltà – si legge nel documento – non dovrebbe superare il 2026”.

Le procedure per cui l’Italia è oggi in sentenza di condanna sono tre: la 2004/2034, giunta fino alla sanzione pecuniaria (causa C-251/17) sulle acque reflue nei centri urbani, la 2009/2034 (C-85/13) sugli scarichi in aree sensibili e la più recente condanna per la 2014/2059, mentre è ancora in fase istruttoria la procedura 2017/2181. Al momento, l’Italia è stata condannata al pagamento di una somma forfettaria di 25 milioni di euro, cui si aggiungere una penalità di poco superiore ai 30 milioni di euro a semestre, circa 165.000 euro al giorno: una somma che si va riducendo a seguito del confronto con le istituzioni europee, che vede coinvolta la Presidenza del Consiglio (Dipartimento Politiche europee, Struttura di Missione Procedure d’infrazione) e il Ministero della Transizione Ecologica (direzione USSRI).

Sono 67 gli interventi in Sicilia, per superare difficoltà nel segmento di fognatura e depurazione che riguardano ben 3,4 milioni di abitanti equivalenti in tutti i capoluoghi di provincia, fatta eccezione per Enna: dai grandi schemi idrici di Catania e Palermo, con la rete idrica catanese e il depuratore di Misterbianco, all’adeguamento del depuratore di Acqua dei Corsari e il completamento del Collettore Sud Orientale a Palermo, fino agli interventi nelle fasce costiere di Messina e Agrigento. Nove gli obiettivi di depurazione in Calabria, tra cui gli schemi di Reggio e Corigliano-Rossano. In Campania rivestono particolare importanza l’adeguamento funzionale dell’impianto di Napoli Est e il nuovo depuratore di Mondragone, così come la costruzione di impianti sull’isola di Ischia e a Benevento. In corso anche interventi in Basilicata, Puglia e Lazio.

Per realizzare le attività, il Commissario si avvale, oltre che della collaborazione di Regioni ed Enti Locali, di partner operativi quali Invitalia, Sogesid, l’UTA (Unità Tecnica Amministrativa) della Presidenza del Consiglio, Eutalia e Utilitalia. Nella relazione, il Commissario elenca le misure in grado di accelerare l’azione di messa in regola degli agglomerati idrici: tra queste l’attivazione dei poteri sostitutivi, l’adeguamento della Struttura con l’inserimento di nuove professionalità, un accordo con MiTE e Regioni che possa tradursi in linee guida per procedure uniche e semplificate, nel pieno rispetto delle prerogative ambientali. Accanto ad esse, l’incentivazione della piena operatività degli organismi di gestione del Servizio Idrico Integrato, la riduzione dei “tempi di attraversamento” tra le fasi procedurali con un rafforzamento dei poteri del Commissario in termini di acquisizione degli atti d’assenso, l’esatta quantificazione delle risorse in capo al Commissario, che tra l’altro sta risentendo come tutte le stazioni appaltanti del generalizzato aumento dei prezzi e dunque dei costi di realizzazione degli interventi.