Il Commissario Giugni: PNRR sia occasione per intervenire su Water Service Divide

A La Sapienza per convegno su idraulica urbana: “Governance frammentaria porta a infrazioni, guardare a processi circular e smart”.

Roma, 3 maggio – “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sia l’occasione per intervenire su uno dei ‘vulnus’ principali del settore idrico: quello del ‘water service divide’ tra Nord e Sud che caratterizza il nostro Paese, effetto di una grande frammentazione gestionale. Solo così il PNRR potrà essere volano di investimenti e raggiungere l’obiettivo di accelerare gli iter amministrativi”. Lo afferma il Commissario Unico per la Depurazione, Maurizio Giugni, intervenuto il 3 maggio presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università “La Sapienza” di Roma al convegno del Centro Studi Idraulica Urbana, “Trent’anni dell’idraulica urbana: dalle lezioni del passato alle sfide del futuro”.

“Sulla qualità e la disponibilità dell’acqua oggi incidono diversi fattori”, ha detto Giugni nel corso della sessione dedicata alle criticità ed opportunità della gestione delle acque in ambiente, moderata da Corrado Gisonni dell’Università Vanvitelli. “Tra queste il cambiamento climatico – ha osservato il Commissario – ma soprattutto l’urbanizzazione e il relativo incremento del consumo di suolo, l’incremento demografico e la frammentazione della governance”.

“Le gestioni in economia – ha aggiunto il Commissario – oggi si caratterizzano per una mancanza di investimenti evidente, con 8 euro l’anno per abitante spesi a fronte della media nazionale di 49. E non è un caso che dove ci siano più gestioni di questo tipo, si concentri la grande parte degli agglomerati idrici in infrazione per la mancata depurazione delle acque reflue, cioè nel Mezzogiorno e in particolare in Sicilia, Calabria e Campania”. 

“Oggi – ha affermato Giugni – dobbiamo guardare alla ‘Circular’ e ‘Smart’ water: abbiamo diversi strumenti a disposizione, come innanzitutto la riduzione dei prelievi per una gestione sostenibile della risorsa, la digitalizzazione e sensorizzazione delle reti idriche, la valorizzazione dei fanghi di depurazione, il miglioramento dell’impronta idrica nei vari settori di interesse, le ‘nature based solution’. Gli stessi depuratori, sulla spinta del PNRR – conclude – possono diventare poli impiantistici per il recupero di materie prime e la produzione di energia: da questo punto di vista credo che sia molto utile l’attività svolta dall’Ente di regolazione”.