Il Commissario Giugni al Forum Acqua: “C’è gap da colmare al Sud, innovare su riuso irriguo e gestione fanghi”
Il Responsabile della Struttura Commissariale all’iniziativa di Legambiente: “A lavoro su 96 interventi contro le multe Ue, ma c’è tema articolazione Servizio idrico integrato”
Roma, 5 ottobre – “In Italia persiste il Water Service Divide, un ‘gap’ evidente sulle infrastrutture e sulle prestazioni tra centro-nord e sud Italia. Non a caso il PNRR, tra le sue riforme, prevede anche la piena ed effettiva articolazione del Servizio idrico integrato: le aree in cui non è ancora pienamente strutturato e quelle impattate dalle infrazioni comunitarie in campo fognario – depurativo il più delle volte coincidono”. Lo ha detto il Commissario Unico per la Depurazione Maurizio Giugni, intervenendo al Forum Acqua 2021 organizzato dalla Legambiente con la collaborazione di Utilitalia.
“La nostra missione – ha ricordato Giugni dal palco – è rispondere a quattro procedure d’infrazione. Sulla prima, la 2004/2034, paghiamo una sanzione pecuniaria che in origine era di 165.000 euro al giorno e oggi, con gli abitanti equivalenti in infrazione che sono scesi da 6 milioni a 4,5, si sta abbassando. Lavoriamo contemporaneamente su 96 interventi, due terzi dei quali sono in Sicilia, ma anche in Campania, Calabria e in parte minore in Basilicata e Lazio”.
“Innovare nel campo della depurazione – ha proseguito Giugni – vuol dire principalmente affrontare i temi del riuso dei reflui affinati e dei fanghi. In molti impianti che stiamo costruendo o ammodernando – ha ricordato il Commissario – ci sono ampie possibilità di riutilizzo del refluo. E’ chiaro che l’innovazione la devono fare gli agricoltori e in parte la stanno già facendo, penso all’agricoltura di precisione e ad altre tecniche per utilizzare minori quantitativi di acqua”.
“Sui fanghi – ha aggiunto Giugni – il tema è enorme: anche grazie ai nuovi depuratori che costruiremo si arriverà al 2026 a 4,4 milioni di tonnellate di fanghi prodotti: pensare di portare in discarica il 50% di questi, come accade oggi, sarebbe una follia. I gestori stanno in alcuni casi innovando e qui la piena attuazione del Servizio Idrico Integrato diventa fondamentale. Il futuro – ha concluso Giugni – è una filiera gestionale per i fanghi che ci avvicini a immaginare i depuratori come bioimpianti”.
A seguire l’intervento del direttore generale della Legambiente, Giorgio Zampetti, che ha puntato la sua attenzione su tre aspetti necessari: la partecipazione e il coinvolgimento, la qualità dei progetti e un nuovo impianto normativo. “Possiamo immaginare questa sfida – ha spiegato Zampetti – in due modi: o fare impianti solo per rispettare la normativa o approfittare di questo immenso sforzo delle persone, della Struttura commissariale e nel campo degli investimenti per fare un passo in avanti”.
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“Il futuro è una filiera gestionale per i fanghi che ci avvicini a immaginare i depuratori come bioimpianti”
Maurizio Giugni, Commissario Unico Depurazione