Audizione in Parlamento del Commissario Giugni: “Lavoriamo per accelerare, attenzione a gestione opere”
Alle Commissioni Ambiente di Camera e Senato: “Il 70% degli interventi in infrazione è in Sicilia, servono sensibilizzazione e innovazione”
Roma, 29 settembre – “Stiamo lavorando su 91 interventi, il 70% dei quali in Sicilia, per le due infrazioni che vedono l’Italia condannata dalla Corte di Giustizia Europea e che costano al nostro Paese circa sessanta milioni di euro l’anno, dieci euro ad abitante. In pochi mesi abbiamo speso circa dieci milioni di euro, la maggior parte dei quali per cantieri, e la corretta perimetrazione degli agglomerati ci ha permesso di risparmiare nella sanzione oltre un milione e mezzo di euro l’anno”. Nel corso di un’audizione davanti alle Commissioni congiunte Ambiente di Senato e Camera, il Commissario Straordinario Unico per la Depurazione, Maurizio Giugni ha fatto il punto – insieme ai due sub-commissari Stefano Vaccari e Riccardo Costanza – delle attività in corso.
Il professor Giugni, nominato l’11 maggio scorso, ha ricordato che la nuova Struttura commissariale dovrà occuparsi anche delle due ulteriori procedure aperte nei confronti dell’Italia, la 2014/2057 e la 2017/2181, ancora non sfociate in sanzione, che prevedono 659 interventi non definiti o non aggiudicati su cui il Commissario lavorerà avendo un compito di coordinamento delle opere o la loro diretta attuazione.
Parlando di fronte alle Commissioni guidate dalle Presidenti Vilma Moronese e Alessia Rotta, Giugni ha aggiunto che “il crescente impegno richiede il rafforzamento delle convenzioni in essere con realtà come Invitalia, Sogesid e UTA”.
“La durata delle procedure – ha spiegato Giugni – è la prima criticità: bisogna incidere sui tempi relativi alle diverse fasi, la più critica delle quali è quella delle autorizzazioni regionali. Ci auguriamo – ha aggiunto il Commissario – che il Decreto Semplificazioni divenuto legge ci permetta di velocizzare le procedure di gara. Stiamo inoltre pensando a un sistema di qualificazione per professionisti e imprese, cosi come ci avvarremo dei Provveditorati interregionali alle opere pubbliche per le nostre attività”.
“Purtroppo – ha spiegato Giugni – le differenze nella gestione del Servizio idrico integrato tra regioni e tra parti del Paese è oramai una realtà evidente. Una preoccupazione che abbiamo ereditato – ha aggiunto il Commissario – riguarda non a caso l’affidamento delle opere: sarebbe drammatico realizzare impianti tecnologicamente avanzati e passarli a chi non sa poi gestirli”.
Il Commissario ha ricordato in questo senso la necessità di lavorare sulla collaborazione e la sensibilizzazione degli enti locali, menzionando il protocollo firmato con ANCI Sicilia, e sull’innovazione, in particolare sui temi “del riutilizzo delle acque reflue a fini irrigui e della gestione sostenibile dei fanghi di depurazione”.