Commissario Giugni: “Struttura è motore economico e ambientale contro water service divide”

Intervento all’iniziativa “Innovazione nella gestione delle acque in Sicilia” dell’ associazione Idrotecnica Italiana Sicilia Orientale e Rotary Sicilia-Malta

Roma, 24 aprile – “La Struttura Commissariale per la depurazione si colloca oggi tra le grandi stazioni appaltanti pubbliche e può rappresentare un importante motore in termini di ricaduta economica e di valore ambientale per i territori, contribuendo a superare il ‘water service divide’ tra centro nord e meridione”. Così il Commissario Straordinario Unico per la Depurazione Maurizio Giugni, intervenendo al convegno “Innovazione nella gestione delle acque in Sicilia”. L’iniziativa, organizzata dalla Sezione Sicilia Orientale dell’Associazione Idrotecnica Italiana e dal Rotary Sicilia e Malta, con il patrocinio della Consulta Ordini Ingegneri Sicilia e dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Messina, ha messo a confronto sabato 24 aprile istituzioni a vari livelli impegnate sui temi della risorsa idrica nell’isola.

Innovazione, per la Sicilia e per il resto d’Italia, sono per il Commissario Giugni temi come “il riuso irriguo ed eventualmente industriale dei reflui depurati, la gestione razionale dei fanghi e il loro utilizzo in campo agricolo ed energetico, la corretta gestione degli impianti di depurazione”.  “Occorre – ha spiegato Giugni – sensibilizzare gli enti locali su questi temi, ma noi siamo disponibili a collaborare su tutti gli ambiti che riguardano il “water service divide”, come le perdite di rete dovute  ai ritardi infrastrutturali”.

Nel corso del suo intervento, il Commissario ha fatto il punto sulla missione e il funzionamento della Struttura, con un focus sulle attività in Sicilia, dove sono 66 gli interventi in corso per le procedure su cui è intervenuta sentenza di condanna, cui si aggiungeranno quelli delle due procedure oggi in fase istruttoria. Forte concentrazione degli interventi a Catania, Palermo, Trapani e Agrigento, con gran parte dell’importo economico previsto per lo schema idrico catanese (1,1 miliardi di euro su 1,8 previsti).

Giugni ha inoltre menzionato tra le criticità esistenti “i rallentamenti degli iter autorizzativi, su cui si è prodotta una positiva interazione con la Regione Sicilia, i tempi di attraversamento tra le fasi procedurali, il nodo della gestione degli impianti nei due successivi anni dalla fine lavori, per i quali oggi il Commissario a fronte di una norma non ha però una struttura di gestione né risorse adeguate per farsene carico.

“La Struttura Commissariale per la depurazione si colloca oggi tra le grandi stazioni appaltanti pubbliche e può rappresentare un importante motore in termini di ricaduta economica e di valore ambientale per i territori, contribuendo a superare il ‘water service divide’ tra centro nord e meridione”

Maurizio Giugni, Commissario Unico Depurazione

foto notizia: rendering Campobello di Mazara