Il Commissario fa il punto sulla situazione in Calabria: quattro gare di lavori entro la primavera

Giugni: “Due opere terminate. In capo alla Struttura gli interventi più complessi, resta nodo risorse”  

Roma, 5 marzo – I sette interventi previsti in Calabria attualmente di competenza del Commissario Unico per la Depurazione – due sono stati già completati (Crotone e Montebello Jonico) – sono in gran parte in avanzata fase di definizione: quattro gare di lavori su sette saranno infatti pubblicate entro la primavera e per un quinto intervento è in chiusura la Conferenza dei Servizi. Lo spiega la Struttura del Commissario Unico per la Depurazione guidata da Maurizio Giugni, facendo un punto sugli interventi fognario-depurativi necessari in Calabria all’uscita degli agglomerati dalla procedura d’infrazione 2004/2034, giunta fino alla condanna dell’Italia al pagamento di una sanzione pecuniaria (C-251/17).  

Maurizio Giugni, Commissario Unico per la Depurazione

“Come già sta accadendo in Sicilia – osserva Giugni – anche in Calabria ci avviamo verso una fase cruciale, quella delle gare per la successiva apertura dei cantieri. Si è partiti, già con il mio predecessore Enrico Rolle, da una situazione molto delicata, in un territorio che deve fare i conti con ambienti fortemente urbanizzati, carenza di aree utilizzabili, oltre che con l’avanzato degrado di depuratori e reti”.  

In capo al Commissario – aggiunge Giugni – sono finiti gli interventi più arretrati nel processo attuativo, caratterizzati da problemi di ordine tecnico-amministrativo, con basi conoscitive incomplete o inattendibili che hanno richiesto intense attività di ricognizione. Quelli in stato più avanzato sono rimaste invece nelle responsabilità dei Soggetti attuatori precedentemente individuati. Tutto ciò mentre l’infrazione corre più veloce dei tempi amministrativi e ogni giorno l’Europa multa le inadempienze italiane sulle acque reflue urbane”.  

“La modalità del ‘project financing’, cioè col contributo dei soggetti privati, inizialmente pensata per gli interventi programmati attraverso la delibera CIPE 60/2012, si è rivelata impraticabile, anche alla luce dei pareri emessi da ANAC e Ministero dell’Ambiente. Oggi – conclude Giugni – il nodo dei fondi permane e si rende ancor più stringente, visto che la fase dei lavori richiede una spesa più consistente di quella progettuale. Su questo tema, come su tutte le attività in corso, il Commissario proseguirà la sua interlocuzione con le istituzioni nazionali e con l’amministrazione regionale, nello spirito di una piena e fattiva collaborazione”.

un particolare dell’impianto Sant’Angelo di Corigliano-Rossano, da dismettere